Italiano o Marocchino?

 

 

Il marrocchino è italiano ed è nato in Piemonte. E’ più simile a un cappuccino che a un caffè, sia nella preparazione sia negli ingredienti che sono in tutto tre: caffè, latte e cacao.

Ma come nasce? Il Marocchino è un’evoluzione del famoso Bicerin di Cavour, una bevanda torinese che a sua volta si ispirava alla bavareisa settecentesca a base di caffè, cioccolato e crema di latte.

Il nome, di questo particolare tipo di caffè, non ha nulla a che fare con il Marocco. Sembra infatti prendere la denominazione dalla sua colorazione marroncina, che è molto simile a un tipo di cuoio pregiato ottenuto dalla lavorazione di pelli di capre e montoni che sia chiama per l’appunto Marocchino. Nasce infatti, ad Alessandria, precisamente al Bar Carpano, dove nella prima metà del Novecento, proprio di fronte al locale, vi era la sede di un importante marchio di cappelli: il Borsalino. I baristi del Carpano vedendo spesso nel locale questa somiglianza tra il colore del cuoio, che rivestiva internamente il cappello e la bevanda le hanno dato, appunto, il nome marocchino.

Dal Piemonte, si è presto diffusa in tutta Italia, prendendo nomi diversi come Vetrino, dato dal tipo di bicchiere utilizzato per servirla o semplicemente espressino.  Uno degli aspetti più importanti infatti della preparazione del Marocchino è proprio il bicchierino di vetro dove viene servita. Aspetto importante, perché importante è notare la diversa stratificazione degli ingredienti utilizzati.

Altro fattore  da tenere in considerazione , a cui spesso non si presta molta attenzione, è la temperatura del bicchiere che deve essere rigorosamente tiepido per farsi che il caffè mantenga la sua cremosità.

Il marocchino per eccellenza va preparato con cioccolato fondente in polvere, caffè espresso e crema di latte che vanno disposti nel giusto ordine per dar vita a questa strepitosa bontà.

Sabrina Baisi in collaborazione con Paola Cardellini

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